Home Magazine Quando le note non bastano: storie di musicisti pittori

Sono artisti veramente capaci o sfruttano la loro fama di musicisti? Di certo sono stati agevolati quando hanno deciso di proporre le loro opere al pubblico, ma per molti di loro dipingere si è rilevata una reale necessità. Diamo un'occhiata ai lavori di 4 famosi musicisti accomunati dalla passione per l'arte.

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Bob Dylan

I primi schizzi artistici di Bob Dylan risalgono agli anni '60 quando il musicista e premio Nobel per la Letteratura cominciò a disegnare e dipingere nelle pause fra un tour e l'altro. I suoi lavori richiamarono l'attenzione del pubblico quando apparirono sulle copertine di alcuni suoi album come Self Portrait (1970) e Planet Waves (1974). I dipinti di Dylan catturano visioni di grandi paesaggi incontrati viaggiando per l’America, la cui essenza si può cogliere nei molti ritratti di uomini di frontiera o in soggetti ricorrenti quali strade e ferrovie che corrono verso l'orizzonte, bar e motel di periferia. La critica e il mondo dell'arte cominciarono a interessarsi all'opera del musicista americano dopo la pubblicazione del libro Drawn Blank, una raccolta di disegni e schizzi realizzati tra il 1989 e il 1992, alcuni dei quali sono stati esposti per la prima volta nel 2007 al Museo Kunstsammlungen a Chemnitz in Germania.
In seguito sono state pubblicate diverse altre raccolte, fra cui The Brazil Series, presentata per la prima volta allo Statens Museum for Kunst di Copenaghen, The Asia Series, in mostra nel 2011 alla Gagosian Gallery di New York, fino a Retrospectrum inaugurata al Patricia & Phillip Frost Art Museum di Miami, dove è rimasta aperta fino all'aprile 2022. Con oltre 180 dipinti, disegni e sculture in ferro, quest'esposizione costituisce la più grande mostra delle opere d'arte di Bob Dylan mai allestita negli Stati Uniti.

 

Highway 61 Revisited … Bob Dylan’s Endless Highway 3, 2015–2016. Photograph: Adam Reich/Courtesy of Halcyon Gallery

 

David Bowie

La frequentazione in gioventù di un corso alla Bromley School of Art nel sud-est di Londra ha certamente contribuito allo sviluppo del genio creativo ed eclettico di un artista poliedrico come David Bowie. Protagonista di una straordinaria carriera musicale, performer camaleontico, attore cinematografico e appassionato di fotografia, Bowie ha dedicato molto del suo tempo alla pittura. L'artista inglese era affascinato dal gruppo Die Brücke, movimento espressionista tedesco dei primi anni del 900. La sua tecnica, caratterizzata da colori audaci è stata fortemente influenzata da artisti come Frank Auerbach, David Bomberg, Francis Bacon e Francis Picabia. Negli anni 70 fu sedotto dalla figura di Andy Warhol, al quale dedicò un singolo (Andy Warhol nell'album Hunky Dory) e di cui interpretò il ruolo nel film Basquiat diretto da Julian Schnabel. Alcune tele proprio di Jean-Michel Basquiat facevano parte della sua preziosa collezione, dove spiccavano opere di Henry Moore, Marcel Duchamp, Graham Sutherland, Pablo Picasso, oltre a una pala d'altare del Tintoretto, a conferma del suo grande amore per l'arte. Nel 2016, anno della morte di Bowie, circa 350 pezzi di questa collezione furono battuti all'asta da Sotheby's a Londra per un totale di circa $ 30 milioni.

 

Credit (David Bowie (1978). Berlin landscape with JO (Portrait of Iggy Pop (James Osterberg)

 

Joni Mitchell

In un'intervista del 2013 Joni Mitchell confessò pubblicamente “I’m a painter. Always have been”, “A painter derailed by circumstance.” Una pittrice “deragliata” molto probabilmente dalle circostanze dovute alla popolarità e all'impegno profuso nella sua professione di musicista. Ma pur essendo stata una delle più influenti songwriter americane del secolo scorso, l'artista canadese non ha mai smesso di dipingere e anzi, dopo il suo ritiro dal mondo musicale del 2006 si è dedicata prevalentemente alla produzione di arte visiva. Iniziati gli studi di pittura alla Saskatoon Technical Collegiate con il pittore espressionista astratto Henry Bonli, la giovane Joni ha continuato a dedicarsi alla sua passione perfezionandosi all'Alberta College of Art di Calgary. Il corpus principale della sua produzione è sempre stato poco visibile poiché l'artista raramente l'ha esposto in mostra pubbliche ed è composto da dipinti di paesaggi e da ritratti di compagni, amanti, amici musicisti della sua cerchia, come Graham Nash, David Crosby, Neil Young e Bob Dylan. La grande passione di Joni Mitchell sono però gli autoritratti, ben 12 cover di suoi album riproducono sue opere e nella maggior parte di queste il soggetto è la sua figura. Alcuni esempi sono: Clouds 1969, Ladies Of The Canyon (1970), Turbulent Indigo (1994) dove l'autrice si è immortalata in veste di Van Gogh con l’orecchio mozzato, fino ai più recenti Both Sides Now (2000) e Travelogue (2002). “I’m a painter first, and a musician second...”, così sorprendentemente aveva dichiarato la Mitchell in un'altra intervista del 1998 a riprova di quella che si è rivelata certo più di una passione e che ha accompagnato la sua lunga carriera di grande artista.

 

Joni Mitchell, THE COVER OF THE 2000 ALBUM “BOTH SIDES NOW.”

 

Paul McCartney

Per molto tempo Paul McCartney si sentì inibito a coltivare da adulto la passione con la quale si dilettava ai tempi della scuola, dove, come racconta lui stesso, era stato subito affascinato dalla carta bianca e dalle scatole di matite contenute nell'armadio della cancelleria. Il motivo era la mancanza di una formazione accademica, opportunità invece toccata a John Lennon e al suo inseparabile amico ed ex membro del gruppo, Stuart Sutcliffe, che nei primi anni dell'epopea Beatles frequentarono il Liverpool College of Art. Solo nel 1983, all'età di quarantuno anni, l'ex Beatles ha iniziato a dipingere con convinzione e da allora non ha più smesso: la sua è una produzione straordinaria, che conta ben 500 dipinti. Questa passione del tutto privata non è stata condivisa con il pubblico per molto tempo, fino a quando Sir Paul non si è deciso a mostrare le sue opere a Wolfgang Suttner, curatore e consigliere culturale tedesco. Questi lo convinse a esporre pubblicamente i suoi dipinti per la prima volta nel 1999 in Germania, esattamente a Siegen, il paese natale Pieter Paul Rubens e nel settembre del 2000 seguì la pubblicazione di un catalogo intitolato Paul McCartney Paintings. Dopo questa esperienza Macca ha esposto i suoi dipinti solo altre quattro volte: a New York, Bristol, Liverpool e a Kiev. Nelle sue opere appaiono personaggi fondamentali che hanno fatto parte della sua avventura di uomo e artista, fra cui la moglie Linda (originale la sua Yellow Linda with Piano (1988)), Andy Warhol, John Lennon. Uno dei lavori più famosi di McCartney è un ritratto di David Bowie del 1990 intitolato Bowie spewing che, come suggerisce il titolo, ritrae il Duca bianco mentre sta vomitando. Pare che il dipinto non sia stato molto apprezzato da Bowie, il quale affermò polemicamente di stare scrivendo proprio in quei giorni una canzone dal titolo McCartney shits.
Appassionato collezionista, McCartney attribuisce a , amico di famiglia di Linda, una grande influenza sui suoi lavori. Grande estimatore di René Magritte, Paul rimase soggiogato da un dipinto surrealista del pittore belga che ritraeva una mela accompagnata dalla scritta Au revoir. Da lì nacque l’ispirazione per la creazione del logo della casa discografica Apple Records fondata dai Beatles e che Paul acquistò successivamente per sé.  Anni dopo Linda gli regalò il cavalletto, alcune piccole tele di lino e degli occhiali appartenuti a Magritte: li aveva acquistati in un'asta in cui la moglie Georgette aveva messo in vendita l'intero arredo dello studio dopo la morte del maestro. In un’intervista Paul affermò di essersi sentito intimidito di fronte a quelle tele bianche prima di decidersi ad imbrattarle, mentre gli occhiali macchiati di vernice da quel giorno sono sempre lì, in primo piano sulla sua scrivania. 

 

Paul McCartney, Courtesy Robert Kidd Gallery

 

Immagine di copertina: Bob Dylan, East Harlem Elevated, 2020, Acrylic on canvas

A cura della redazione di Kooness

 

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