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Galleria d'arte La Fonderia presenta More than human, una mostra collettiva che sarà inaugurata sabato 26 novembre alle ore 18.00 nella sede della galleria fiorentina in via della Fonderia 42R.
Lo scopo di questa mostra è quello di sottolineare come la ricerca svolta dalla Galleria, attraverso le mostre e gli artisti coinvolti, sia in realtà legata alla domanda: quale valore diamo alla nostra forma di esistenza quando cerchiamo di comprendere le dimensioni dei mondi interni ed esterni che ci circondano? Ognuno di noi cerca la propria essenza identitaria dentro di sé e nei contesti che sperimentiamo quotidianamente. Siamo esseri pensanti che non possono fermarsi solo all'apparenza delle cose: l'indagine che dobbiamo condurre individualmente porterà più domande e dubbi, ma è scavando in ognuno che saremo in grado di far emergere la nostra individualità come esseri umani.

Attraverso Leopoldo Innocenti, Claudio Cionini, Skim e James Vega, potremo soffermarci sul rapporto tra l'individuo e la sua interazione con il mondo esterno.

Leopoldo Innocenti, con un modo alchemico e un dipinto vicino all'espressionismo mitteleuropeo, studia le interazioni tra i colori e le relazioni interpersonali, l'istintività e l'interiorità dell'uomo, con i suoi lati più intimi e tormentati. Strati di immagini, estrapolati dalla propria esperienza o dagli angoli più intimi della psiche, prendono vita nel mondo naturale. Claudio Cionini, invece, sottolinea con le sue metropoli come la dimensione umana sia diventata il nostro nuovo habitat naturale: l'apparente assenza dell'essere umano, che viene tuttavia percepita, in città frenetiche che in realtà si sviluppano proprio in funzione della sua costante presenza. Le opere di Skim ci trasportano in una realtà fatta di colori accattivanti e vividi che racchiudono un mondo urbano fatto di legami e comunicazione, dove le interazioni esterne e vissute sulle mura della città trovano la loro nuova esistenza su tele in cui perdersi alla ricerca di dettagli e significati nascosti. James Vega persegue uno studio espressivo dei volti e della figura umana da cui emergono i sentimenti, a volte più oscuri, spesso nascosti, con cui ci troviamo a vivere. Dipinge su supporti riciclati, sperimentando un linguaggio che collega i temi della vita, della morte e della natura, dando la possibilità di immergersi in una nostalgia riflessiva che ricerca il significato intrinseco dell'essere e del divenire umano. La ricerca di Leonardo Moretti si concentra sul voler connettere e allo stesso tempo distinguere atteggiamenti relazionali focalizzati sull'esterno e sull'interno di se stessi, evidenziando attraverso i tre colori nero, rosso e blu - superficialità, passione e memoria - i rapporti di apparenza e verità con cui l'essere umano nel suo essere animale sociale vive in conflitto.

Invece, nell'indagare l'essenza comportamentale dell'essere umano, saremo guidati attraverso questa analisi da A-criticArt, Fulvio Leoncini, Andrea De Ranieri e Matteo Moni.

Con A-criticArt, attraverso una matrice pop, ci avviciniamo a un'arte in cui si analizzano i disturbi patologici della personalità, la cui scelta tecnica è legata all'idea che la personalità di un soggetto sia composta da numerose variabili e fattori che interagiscono e si intrecciano come i pezzi di un puzzle. Nelle sue opere, Fulvio Leoncini ci mette di fronte allo stretto legame tra follia e normalità, dove i segni lasciati sulla superficie racchiudono ferite guarite con finezza chirurgica. I dolori maturati e accumulati sono nascosti per lasciare spazio a un'apparente serenità: ciò che vediamo uscire dalle opere di Leoncini è un riconoscimento di queste ferite che, così esorcizzate, portano luce nell'ombra.

È ormai ben noto come ognuno di noi si presenti agli altri attraverso schermi e maschere derivanti da esperienze personali e influenze esterne. Andrea De Ranieri riflette su questo tema ribaltando l'usanza: è solo indossando una maschera che possiamo mostrarci al mondo ed essere liberi di essere noi stessi.

Matteo Moni ci riporta alla brutalità, a una crudeltà a volte spaventosa. I sentimenti che nascono dai suoi oli sono la paura di accettare che quello che abbiamo di fronte è in realtà la manifestazione di uno stato d'animo animale represso dentro di noi: istinti primordiali, emozioni fuori controllo, in un tempo e uno spazio che non ci appartengono ma per i quali sentiamo un'antica e oscura familiarità.

Marco Ferri e Antonio Cugnetto presenteranno una visione dai toni più giocosi e ironici. Marco Ferri parte dall'importanza del gioco e costruisce le sue opere intorno ad esso stratificando vari materiali. Moduli ritmici pieni di innocenza infantile, scandiscono i tempi delle storie narrate, per assaporarne gli aspetti emozionali e riscoprire un sentimento più intimo e accogliente. E sempre sulla base dell'ironia e della giocosità, Antonio Cugnetto compone le sue opere scultoree dando nuova vita a materiali di scarto, riproponendo situazioni ironiche che non si allontanano dai sentimenti e dai problemi dell'uomo moderno. Il sorriso che sorge spontaneo davanti ai suoi personaggi porta a riflettere su una leggerezza che spesso dimentichiamo di poter usare mentre ci troviamo in situazioni più difficili da cui non sappiamo come uscire.

Nella sala interna della Galleria, invece, sarà esposto un focus sulla Poesia Visiva, in particolare sul Gruppo Fiorentino 70, per dare voce e visualizzare quei pensieri che spesso rimangono ad aspettare di ricevere una forma propria, con opere di Lamberto Pignotti, Luciano Ori, Eugenio Miccini, Lucia Marcucci e Giuseppe Chiari, anticipando una mostra che si terrà in Galleria nel 2023, in occasione del sessantesimo anniversario della nascita del gruppo.