Home Magazine Reduce – Reuse – Recycle: una conversazione con conTESSA

conTESSA, artista dall’identità ignota che fece la sua prima apparizione a Padova nel 2019, ha fatto due chiacchiere con la redazione di Kooness, svelando qualche piccolo segreto su di sé. 

Articoli correlati: Terreni contaminatiTino Stefanoni, classe trentasette, è tra i protagonisti della storia dell’arte italiana del secondo dopoguerraCinzia Fiorese in mostra alla Galleria 70 con la sua personale La Luce

Kooness: Che cosa ti ispira? 

conTESSA: Mi ispirano i vecchi libri, le vecchie canzoni, i vecchi film, le opere d’arte e gli oggetti dimenticati nelle soffitte. Mi ispira il tempo andato che non ritornerà, come canta Guccini, ma che possiamo rivivere attraverso i ricordi e i messaggi che ci arrivano da esso.

K: Qual è il processo artistico alla base del tuo lavoro?

C: Faccio parte della penultima generazione, la Z, e pertanto spesso mi chiedo cosa mi aspetterà in futuro, visto che ho ancora molto tempo davanti a me. Allo stesso tempo sono profondamente consapevole che la mia sopravvivenza dipenda dalla mia attenzione verso lo spreco e il riciclo. Il processo artistico alla base del mio lavoro è proprio il riciclo. Riciclo materiali e riciclo immagini.

conTESSA, Solar system, 2021, courtesy of Vecchiato Arte

K: Da dove vieni e in che modo ciò influisce sul tuo lavoro?

C: Vengo da una famiglia medio borghese appassionata di arte in tutte le sue forme, passione che si è poi trasformata in una vera e propria disposofobia tramandata da più generazioni. Fin da piccola ho vagato in grandi soffitte piene di cose dimenticate chiedendomi perché nessuno volesse più far vedere la luce del sole a questi oggetti che avevano sicuramente entusiasmato qualcuno in passato, creatore o fruitore che fosse. Appena ne ho avuto la possibilità ho sviluppato un progetto per ridare nuova vita a questi oggetti d’arte e, in collaborazione con il passato, mi sono divertita a giocare con loro cercando però di non perdere mai il senso del messaggio che il precedente creatore voleva trasmettere.

conTESSA, Sailing Ship landscape, 2021, courtesy of Vecchiato Arte

K: Cosa ti motiva a creare?

C: La passione, la voglia di vedere cosa succede. Il progettare qualcosa fino all’ultima virgola, per poi cambiare completamente il progetto in corso d’opera. 

K: In che modo il tuo lavoro può aiutare o influenzare le questioni sociali?

C: Credo che il mio messaggio sia chiaro: Reduce – Reuse - Recycle. 

K: Sei in contatto con una rete di artisti e come ti supportano?

C: Per ora sono gli artisti del passato che, attraverso le loro tele dimenticate, collaborano e sostengono il mio progetto artistico. Ho, comunque, anche conosciuto online alcuni artisti della mia zona che mi hanno scritto e incoraggiato, facendomi sentire accolta.

conTESSA, Deep landscape, 2021, courtesy of Vecchiato Arte

K: Quali sono i tuoi obiettivi professionali a lungo termine?

C: Ovviamente spero che il mio lavoro e il mio messaggio emergano. Ma spero anche di andare sempre avanti e di non accontentarmi mai di ciò che produco, perché nella vita si può sempre fare meglio. Ho conosciuto alcuni artisti che ad un certo punto si sentono arrivati e che, da quel momento in poi, riproducono le stesse cose all’infinito tanto da creare una vera e propria catena di montaggio tra assistenti e venditori, come se creare fosse un lavoro a tempo. Mi sono sempre chiesta come facciano. L’ispirazione non può venire a comando. Ecco, io spero di non diventare mai così, perché ora, quando inizio a creare, quando ho un’idea, non mi fermo mai. Il cibarmi e l’andare a dormire diventano un ostacolo per le mie idee. Al contrario, a volte, non riesco a creare per giorni interi. 

Immagine di copertina: conTESSA, Deflector shield, 2021, courtesy of Vecchiato Arte

A cura di Kooness

In questo articolo