Home Magazine Il Rinascimento altro di Bosch a Milano

Figure antropomorfe, creature demoniache che si muovono in una dimensione onirica brulicante di mostri dalle forme contorte, disturbanti, bizzarri, inquietanti e allo stesso tempo seducenti. Il complesso e affascinante linguaggio boschiano, così distante dall'iconografia classica rinascimentale, contribuisce a dar forma a un modello che influenzerà gli artisti del suo tempo e quelli dei secoli a venire. Un Rinascimento alternativo, dove bellezza, equilibrio e armonia lasciano il posto al perturbante e all'irrazionale.
 

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Inaugurata il 9 novembre di quest'anno e aperta al pubblico fino al 12 marzo 2023 a Palazzo Reale, Bosch e un altro Rinascimento è la mostra con la quale Milano per la prima volta rende omaggio al grande pittore fiammingo. Promossa dal Comune di Milano-Cultura in collaborazione con 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE e affidata alla direzione artistica di Palazzo Reale e Castello Sforzesco, la mostra è stata curata da Bernard Aikema, storico dell'arte, Fernando Checa Cremades, già direttore del Museo del Prado e professore di Storia dell’Arte all’Università Complutense di Madrid e Claudio Salsi, soprintendente del Castello Sforzesco, Musei Archeologici e Musei Storici del Comune di Milano.
Dopo un lavoro di ricerca durato cinque anni, sviluppatosi anche grazie a una vasta rete di cooperazione internazionale che ha coinvolto governi, ambasciate, musei e istituti culturali, Bosch e un altro Rinascimento raccoglie un centinaio di opere tra dipinti, sculture, arazzi, incisioni, bronzetti e volumi antichi, insieme ad altri preziosi oggetti provenienti da Wunderkammern.

Hieronymus Bosch, San Giovanni Battista, 1495 circa, courtesy of Museo Lázaro Galdiano, Madrid

Il percorso è articolato in sezioni tematiche: Il sogno - La magia- Visioni apocalittiche- Le tentazioni di Sant'Antonio - Il mondo asburgico e fra i lavori esposti spiccano alcuni dei più celebri capolavori di Bosch, mai presentati insieme prima d'ora in un'unica esposizione. Un’occasione da non perdere, dal momento che le opere ufficialmente attribuite all'artista fiammingo non sono moltissime e, proprio per la loro rarità, sono difficili da ottenere in prestito. Inoltre alcuni lavori mostrano segni di particolare fragilità, ragione per la quale dovranno rientrare nelle sedi museali di appartenenza prima della chiusura della mostra. Si tratta delle due opere del museo Lázaro Galdiano di Madrid, San Giovanni Battista in meditazione e La Visione di Tundalo, (visitabili dal pubblico fino al 12 febbraio) e delle due opere prestate dalle Gallerie degli Uffizi, l’arazzo Assalto a un elefante turrito e Scena con elefante, (in mostra invece fino al 29 gennaio).

Hieronymus Bosch, Le tentazioni di sant’Antonio, 1500-1525 circa, courtsy of Foto MNP/Foto Scala, Firenze

Il progetto espositivo non è di tipo monografico, ma studiato in modo di far dialogare tra loro le opere autografe del maestro con quelle realizzate da altri artisti del suo tempo sull'onda della vasta eco da lui lasciata. Tutte testimonianze di un Rinascimento alternativo (da cui la scelta del titolo della mostra), portatore di un'estetica distantissima da quella classica, un mondo spiazzante, regno del fantastico, della metamorfosi e dell'ibridazione, che sembra anticipare di qualche secolo le visioni surrealiste. Molte delle opere esposte sono dunque esempi della vera e propria moda nata nel solco dell'impronta lasciata da Bosch, affermatasi dapprima nel mondo mediterraneo e poi dilagata nel resto del continente. Fra queste il ciclo dei quattro arazzi di autore ignoto conservati all'Escorial e mai esposti insieme fino a oggi fuori dalla loro sede, messi per la prima volta a confronto col cartone dell’Elefante per il quinto perduto arazzo, proveniente dagli Uffizi. Discendono dall'immaginario boschiano anche le dieci incisioni di Pieter Bruegel il Vecchio, testimonianza di una forma artistica che contribuì in modo sostanziale alla diffusione del gusto per le immagini raffiguranti scene di stregoneria e ispirate a visioni oniriche e magiche. Nello stesso solco si inseriscono anche altre opere come lo Stregozzo di Marcantonio Raimondi o Agostino Veneziano, il Mostro marino di Albrecht Dürer, la Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, capolavoro editoriale di Aldo Manuzio e l’Allegoria della vita umana di Giorgio Ghisi. 

Gli straordinari lavori del maestro, che sono il vero cuore della mostra, sono stati ottenuti grazie a collaborazioni con istituzioni di tutta Europa. Quella intercorsa fra l'ambasciata d'Italia in Portogallo e l'Istituto Italiano di cultura di Lisbona con il Museu Nacional de Arte Antiga ha reso possibile l'arrivo a Milano del Trittico delle Tentazioni di Sant’Antonio, in Italia per la prima volta dopo essere stato fuori sede solo in un paio di occasioni durante il secolo scorso. Al museo portoghese verrà prestata in cambio la pala Trivulzio di Andrea Mantegna, nota anche come Madonna in gloria e Santi, che fa parte delle raccolte artistiche del Castello Sforzesco. Altri prestiti rilevanti sono il monumentale Trittico del Giudizio Finale proveniente dal Groeningemuseum di Bruges e il Trittico degli eremiti, delle Gallerie dell'Accademia di Venezia. Entrambe le opere a suo tempo facevano parte della straordinaria collezione del letterato e cardinale veneziano Marino Grimani, unica in Italia a vantare opere di Bosch.

Hieronymus Bosch, Trittico dei Santi Eremiti, 1495-1505 circa, courtesy of Gallerie dell’Accademia di Venezia / su concessione del Ministero della Cultura

Il museo Lázaro Galdiano, come già accennato, ha concesso in prestito uno dei suoi capolavori, la preziosa tavola San Giovanni Battista in meditazione, così come il Prado di Madrid che ha messo a disposizione il dipinto a olio su tavola Tentazioni di sant'Antonio.
Nell'ultima sala, grazie alla collaborazione del Museo di Storia Naturale di Milano e alle raccolte messe a disposizione dal Castello Sforzesco, è stata allestita un’originale Wunderkammer ricca di oggetti bizzarri e preziosi.  A proposito di Wunderkammer, particolarmente famose erano quelle degli ultimi sovrani Asburgo e in particolare di Rodolfo II. Il suo ritratto dipinto nel 1590 da Giuseppe Arcimboldo, che lo raffigura come Vertumnus, il Dio romano del mutamento di stagione, è presente all'interno di questa sala e rappresenta a pieno titolo l'eclettismo tipico di questo gusto collezionistico. La trentina di oggetti presenti nella “camera delle meraviglie” suggerisce un confronto con la straordinaria rappresentazione caotica e irrealistica di uno dei capolavori di Hieronymus Bosch, Il Giardino Delle Delizie presente in mostra nella doppia versione di un arazzo e di un dipinto uscito dalla bottega dell’artista. Conclude il percorso l'opera audiovisiva di Karmachina, Tríptiko. A vision inspired by Hieronymus Bosch con le musiche di Fernweh, che mette in scena un viaggio attraverso il mondo onirico del pittore fiammingo.

Immagine di copertina: Hieronymus Bosch, Trittico delle Tentazioni di sant’Antonio, 1500 circa, courtesy of DGPC/Luísa Oliveira

A cura della redazione di Kooness