Home Magazine Arte e Intelligenza Artificiale: le regole sono uguali per tutti?

Da un po' di tempo non si fa che parlare di lei. Affascina, spaventa, stupisce. IA, acronimo di Artificial Intelligence, è diventata mainstream e permette a chiunque di cimentarsi con lei, rispondendo alle richieste che le vengono poste. Già da tempo anche gli artisti la stanno utilizzando per esplorare nuovi orizzonti in campo artistico, dando il via a quello che alcuni già definiscono un cambiamento epocale. Nel frattempo si è aperto un dibattito molto acceso su importanti questioni che riguardano aspetti etici e sociali, in particolare i diritti d'autore.

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Da tempo i software che generano immagini per via testuale sollevano reazioni contrastanti nel mondo dell'arte. Se all'inizio questi sistemi di intelligenza artificiale, (i più popolari sono Midjourney, Dall-E e Stable Diffusion), venivano utilizzati in funzione più che altro ludica, ora, grazie ai loro continui aggiornamenti, forniscono risultati sempre più sorprendenti. Prendiamo ad esempio Midjourney. Sul web si auto-definisce un “laboratorio di ricerca indipendente che esplora nuovi mezzi di pensiero ed espande i poteri immaginativi della specie umana”. Per metterlo alla prova basta inserire la propria richiesta, anche la più articolata, tramite un comando dal suggestivo nome di “/imagine” (immagina), e il gioco è fatto: in pochi secondi il software elaborerà un'immagine, spaziando tra i più disparati generi artistici.

 

Théâtre d'Opéra Spatial Painting made by Midjourney.Jason M. Allen - via Wikimedia Commons

Arte e IA: è vera arte?

Questo è stato esattamente il procedimento che ha seguito anche l'artista Jason Allen, CEO di una società che produce giochi da tavolo, il quale, grazie proprio a Midjourney, ha elaborato una fotografia dal titolo Theatre d’Opera Spatial. Allen, che non ha mai impugnato un pennello, ha semplicemente digitato parole e frasi (che si è ben guardato dal rivelare) in un campo di testo, e con un clic ha ottenuto un'immagine che in seguito ha manipolato digitalmente prima di stamparla su tela. L'opera dall'atmosfera decisamente surreale, in cui spiccano elementi di pittura rinascimentale misti a dettagli ispirati alla fantascienza, ha vinto il primo premio della categoria "arte digitale/fotografia manipolata digitalmente" dedicata agli artisti emergenti, al Colorado State Fair Fine Arts Competition. L'annuncio da parte di Allen della conquista del premio, dato tramite Discord, il servizio di chat utilizzato da Midjourney, ha scatenato un'ondata di rabbia in rete, provocando i commenti sdegnati del pubblico e le proteste di molti artisti da tutto il mondo. Da parte sua Allen ha risposto di non avere alcuna intenzione di scusarsi: "Ho vinto e non ho infranto nessuna regola".

Arte e IA: la questione dei diritti d'autore

L'utilizzo sempre più massiccio degli strumenti di AI artistica da parte di chiunque ha stimolato un grande dibattito tra gli addetti ai lavori. Questo genere di modelli, infatti, vengono creati attraverso l'addestramento di un algoritmo di sintetizzazione che utilizza enormi dataset di immagini già presenti in rete, senza chiedere il consenso a chi le ha create. La cosa ha urtato un numero sempre maggiore di artisti, avvocati e aziende del settore, al punto che alcuni di loro hanno deciso di provare a muoversi per vie politiche e legali. Fra questi Sarah Andersen, Kelly McKernan e Karla Ortiz, che hanno avviato una causa contro i creatori dei generatori di arte AI Stable Diffusion e Midjourney, ma anche la piattaforma DeviantArt, che ha creato un proprio generatore di arte AI,  DreamUp, affermando che queste organizzazioni hanno violato i diritti di milioni di artisti. Nel frattempo anche l'agenzia fotografica di Seattle, Getty Images, ha intentato una causa negli Stati Uniti contro Stability AI accusandola di aver copiato più di 12 milioni di immagini dal suo database, violando così la proprietà intellettuale della società. Gli esperti legali sono divisi sulla materia, ma concordano sul fatto che tali questioni dovranno essere risolte con certezza nei tribunali. Secondo Matthew Butterick, un avvocato di Los Angeles che sta attualmente prestando servizio come co-consulente nella causa intentata dal trio di artiste succitate, questi procedimenti hanno l'obiettivo di compiere "un altro passo verso la creazione di un'intelligenza artificiale equa ed etica per tutti", evitando così di “inondare il mercato con un numero illimitato di immagini contraffatte che potrebbero infliggere danni permanenti al mercato dell'arte”.

Arte e IA: l'aspetto etico e sociale

Con i livelli di accuratezza raggiunti dalla macchina infatti, sarà sempre più complicato definire ciò che è reale e ciò che non lo è. A tal proposito alcuni esperti sono convinti che in un prossimo futuro la maggior parte degli utenti non sarà in grado di identificare un'immagine creata dall'Ai senza l'assistenza di un computer. Proprio in questi giorni sui media di tutto il mondo sono circolate le fotografie, che alcuni hanno scambiato per reali, del Papa che indossa una vistosa, quanto improbabile giacca a vento bianca, e quella decisamente spettacolare di Trump arrestato dalla polizia. Nel frattempo, è notizia di pochi giorni fa, i giornali riportano che Midjourney ha interrotto momentaneamente le prove gratuite del suo servizio a causa di un improvviso afflusso di nuovi utenti. Il CEO e fondatore di Midjourney, David Holz, ha affermato che la pausa è dovuta a enormi quantità di persone che creano account usa e getta per ottenere immagini gratuite. Il problema sarebbe quindi da attribuire a un sovraccarico improvviso dei server, ma a preoccupare è soprattutto la produzione di deepfake che, una volta divenuti virali in rete, costituiscono un grave pericolo per il loro possibile cattivo utilizzo al fine di disinformare e pilotare l'opinione pubblica.

 

Plato seing the world with VR glasses via Wikimedia Commons

Arte e IA: i primi strumenti di difesa

Si comincia a parlare nel frattempo di alcuni tools di protezione che in qualche modo possano ostacolare i sistemi di IA dalla produzione seriale di opere d'arte. Uno dei primi è Glaze, un progetto di ricerca accademica dell'Università di Chicago che ha appena lanciato un'app gratuita per gli artisti che si vogliono difendere dal furto del loro "IP artistico" tramite un procedimento tecnico di "occultamento" tecnologico. Glaze può proteggere le immagini applicando sottili modifiche quasi impercettibili all'occhio umano ma che confondono i modelli AI e impediscono loro di replicare il proprio stile. I ricercatori sottolineando le difficoltà di un'impresa del genere dal momento che i modelli di intelligenza artificiale sono in continuo aggiornamento. Ben Zhao, professore di informatica presso l'Università di Chicago e responsabile della facoltà in cui si sta sviluppando il progetto, in un'intervista rilasciata a TechCrunch, si dichiara fiducioso che Glaze avrà un impatto significativo in termini di protezione, aiutando gli artisti a guadagnare ​​tempo prezioso in vista dell'ottenimento di migliori tutele legali contro i modelli di intelligenza artificiale. L'obiettivo - continua Zhao - è "alzare l'asticella così in alto che gli aggressori o le persone che stanno cercando di imitare l'arte, troveranno più facile fare qualcos'altro."

A cura della redazione di Kooness