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Le opere di Alessandro D'Aquila ruotano intorno alla cultura contemporanea, alle sue immagini popolari e al modo in cui vengono ricevute o meno: la loro comunicabilità è il risultato della percezione del destinatario, come evidenzia D'Aquila nelle sue opere, utilizzando l'alfabeto Braille, un linguaggio incomprensibile per la maggior parte del pubblico. Scegliendo questo alfabeto specifico, l'artista mira a suscitare un senso di smarrimento nello spettatore medio, costringendolo a sperimentare ciò che le persone ipovedenti sperimentano quotidianamente.Con la serie 'Polaroid Sintetiche', D'Aquila prende lui stesso le fotografie e le ritocca con olio e pittura acrilica, semplificando i soggetti, facendo lo stesso lavoro che la nostra mente fa con i nostri ricordi, lasciandoli svanire o mescolandoli tra loro.Tra le sue altre serie ci sono 'Ritratti senza volto', in cui D'Aquila estrapola i suoi soggetti dal cinema, dagli spettacoli televisivi e dalla cultura pop, semplificandoli fino all'estremo, rendendoli riconoscibili grazie ai loro tratti più distintivi; 'Loghi comuni', una serie dedicata a quei marchi che rappresentano il nostro immaginario collettivo; 'Paesaggi sintetici', che presenta diversi tipi di paesaggi semplificati. 

“Mi piacerebbe fare arte visiva adatta non a chi vede ma a chi guarda”.