Home Mostre La Tierra y su Reflejo


Galeria Hilario Galguera presenta l'intervento paesaggistico di Perla Krauze “La tierra y su reflejo” che si traduce in “La terra e il suo

reflection” presso la terrazza delle sculture della galleria, inaugurata durante la Zona Maco 2023.

Krauze ha creato un'installazione immersiva che costruisce un lungomare di pietra lavica, ossidiana, metallo e acqua. Lavorando con l'ambiente sul tetto, il cielo, il riflesso degli alberi di jacaranda, le ombre e la loro trasformazione durante il giorno, si trova armonia all'interno delle opere. Questo viaggio attraverso le materie prime terrene diventa un catalizzatore per l'auto-riflessione sul momento contemporaneo dell'umanità, suscitando domande sul nostro rapporto con la terra e sul nostro posto al suo interno. Il suolo, la sporcizia e il magma indurito trovano bellezza nel terreno stesso che attraversiamo, il ruvido e l'elementare diventano accattivanti attraverso la loro presenza universale. La dualità dell'organico e del geometrico, l'incompiuto e l'intagliato, il riflettente e il solido, sono tutti fortemente contrastati nello spazio. Si tratta di un omaggio scultoreo all'archeologia naturale, alla vitalità artigianale delle opere che risuonano attraverso il paesaggio materiale circostante e ai ricordi dimenticati del suo passato. I contenitori di piombo riempiti con acqua sono pezzi che riflettono l'ambiente, incoraggiando nuove prospettive attraverso scintille e immagini fratturate, il tutto determinato dal viaggio individuale che intraprendiamo attraverso l'installazione. L'artista evidenzia come l'ambiente circostante possa influenzare e costruire diverse interpretazioni della realtà. Krauze non guida il significato delle sue opere, ma apre lo spazio al caso, alla possibilità e all'esplorazione.

Il lavoro di Perla Krauze esplora gli ambienti naturali, raccogliendo e utilizzando vari oggetti e materiali per sculture, installazioni su larga scala e disegni. Il suo lavoro incoraggia una riflessione sulla storia materiale, esplora le relazioni oggettuali nello spazio e la nostra connessione con l'ambiente naturale e urbano. La sua pratica archeologica che utilizza pietra, metallo, cera, acqua e tessuti, genera composizioni poetiche che esplorano il tempo, la memoria e il paesaggio.

A CURA DI STÉPHANIE FREDERICKX