Home Magazine Piero Gilardi, la natura si fa arte

“Come ci insegnano anche le più recenti ricerche scientifiche, l’uomo nel corso della sua evoluzione si ibrida continuamente con ciò che è differente. Questa ibridazione ha perciò contribuito alla stessa evoluzione dell’uomo. Se ci pensiamo, per millenni questo ha voluto dire attuare uno scambio.” cit. Piero Gilardi

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Tappeti-natura

Piero Gilardi (1942) si afferma artisticamente negli anni '60 con i suoi Tappeti-natura, installazioni di grande impatto visivo realizzate in poliuretano espanso che riproducono frammenti di ambienti naturali (rocce, piante, frutti, prati, letti di fiume), modellati in modo tale da coinvolgere lo spettatore attraverso un'esperienza anche corporea. I tappeti, veri e propri paesaggi definiti dall'autore “spugne esperienziali di senso”, sono strutture abitabili e percorribili, che offrono dunque la possibilità di compiere un vero e proprio viaggio sensoriale. Questo approccio innovativo si prefigge lo scopo di suscitare reazioni e riflessioni su temi cari all'artista, come la biopolitica, la sostenibilità ambientale, il rapporto fra l'ecologia e le nuove frontiere scientifico-tecnologiche.

Del tutto singolare la scelta dell'artista di utilizzare materiali high-tech per ricostruire mondi naturali. Una chiave di lettura per taluni geniale proprio in virtù dell'ambiguità che scaturisce dalla decisione di fondere tecnologia e natura invece di contrapporle e che conferisce alle opere un fascino provocatorio. Esposti in tutto il mondo e acclamati dalla critica i Tappeti-natura hanno un notevole successo commerciale. Questo finisce per creare una frattura fra Gilardi, convinto sostenitore dell'autonomia degli artisti, e i principali intermediari ed esperti del mercato dell'arte, sempre più ingombranti nell'imporre scelte motivate da interessi di carattere prevalentemente economico e commerciale. Tali tensioni sfociano nella decisione dell'artista di prendersi una lunga pausa, autoesiliandosi dal mondo dell'arte per concentrarsi più sull'attività politica e viaggiare in aree decentrate del pianeta in cerca di nuove esperienze.

 

Piero Gilardi, Tappeto angurie – C.C.C. TOURS – photo Francoçis Fernadendez.

 

Anni '80

Nei primi anni '80 riprende la sua produzione artistica e, attingendo alle sperimentazioni del periodo precedente, la rilancia con lo scopo di trasmettere una maggiore consapevolezza ambientale. Realizza installazioni interattive incentrate sul fragile rapporto tra natura e società, utilizzando i nuovi linguaggi legati alle tecnologie multimediali in workshop creativi con il pubblico. Questo periodo coincide con l'uscita della pubblicazione autobiografica Dall'arte alla vita, dalla vita all'arte, importante testimonianza che ripercorre le vicende politiche, artistiche e umane dell'autore. Gilardi nel frattempo conduce esperienze di animazione artistica in Africa e in America latina nell'ambito di culture che vedono gli indigeni impegnati in prima persona nel combattere l'inquinamento del pianeta, come nel caso del Barrio San Judas di Managua (1982), della riserva indiana Mohawk di Akwesasne (1983) o della tribù di Barsaloy in Kenia (1985). Questo bagaglio di esperienze porta alla creazione di una nuova serie di Nature Carpets, una sorta di rivisitazione più evoluta dei primi lavori degli anni '60 arricchiti dalla componente tecnologica. Le possibilità di interazione offerte da queste nuove realizzazioni permettono allo spettatore di sperimentare un contatto fisico e sensoriale che gli consente di avvicinarsi ad esse in modo emotivamente empatico.

 

Piero Gilardi. Nature Forever. Exhibition view at Museo MAXXI, Roma 2017.

 

Il PAV, Parco Arte Vivente

Gli interessi dell'artista si spostano intanto sempre più verso la Bio-arte, ciò che lui definisce “arte vivente", e presto si concretizzeranno nella creazione del PAV, forse la sua impresa più ambiziosa. Il PAV, Parco Arte Vivente, è un centro sperimentale d’arte contemporanea, concepito dall’artista e diretto da Enrico Bonanate. Situato su uno spazio verde di un’area ex-industriale di circa 23.000 mq nel cuore del Lingotto di Torino, oltre a un sito espositivo sede di mostre temporanee e permanenti sia all'aperto che all'interno, comprende un museo interattivo, luogo di scambio, ricerca e attività didattiche sul rapporto tra arte, natura, ecologia e nuove tecnologie.

 

PAV, Courtesy Arte Magazine

 

Bioma

Cuore pulsante del parco è Bioma, un complesso di 750 m² costruito secondo i principi dell'architettura bioclimatica con materiali a elevata prestazione energetica. La struttura, sorta alla fine del 2004 dall’incontro di Piero Gilardi con l’architetto paesaggista Gianluca Cosmacini, si presenta come una cellula di forma ottagonale e si propone di richiamare il concetto scientifico di bioma, ovvero un complesso di comunità vegetali e animali che presentano caratteristiche bio-ecologiche simili in rapporto ai fattori ambientali dominanti in una data zona geografica. All'interno dell'edificio si snoda un percorso costituito da sei ambienti concatenati dove il pubblico, con l'ausilio di sistemi tecnologici, ha la possibilità di interagire con le opere di Gilardi instaurando con l'oggetto prescelto un'esperienza che coinvolge tutti i cinque sensi, così da favorire una maggiore presa di coscienza ambientale.

2022: mostra al Magazzino Italian Art

E proprio la natura e l'ecologia sono i temi attorno ai quali ruotano alcune mostre in programma nel 2022 al Magazzino Italian Art, spazio espositivo nato nel 2017 a New York, la cui collezione vanta oltre 500 opere di arte italiana del secondo Novecento, soprattutto appartenenti alla corrente dell’Arte Povera. Qui il 7 maggio verrà inaugurata una mostra a cura di Elena Re: Gilardi: Tappeto-Natura, un'ulteriore occasione per apprezzare le opere realizzate nella lunga carriera di un'artista che non cessa di far dialogare arte e natura.

Una ricerca che, come scrive bene Claudio Cravero nel suo libro Piero Gilardi. L'uomo e l'artista nel mondo, "sin dal lontano 1963, si fonda in definitiva sull’immaginazione: quella forza unica e dirompente che caratterizza tutta l’arte nel favorire la creazione di nuovi e possibili scenari a partire dalla realtà circostante. Quei luoghi dell’esperienza in cui ci si immedesima, ci si commuove e, non ultimo, si continua a sognare e sperare".

 

 

Piero Gilardi.

 

Immagine di copertina: Piero Gilardi. Roma 2017, Courtesy Museo MAXXI.

A cura della redazione di Kooness

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