Home Magazine Paris+ al debutto: con Art Basel Parigi tornerà a essere la nuova regina dell'arte in Europa?

C'era molta attesa per la prima edizione di Paris+. Ora che MCH, il gruppo svizzero che organizza la più grande fiera d'arte del mondo, ha deciso di sbarcare in Francia, per Parigi può essere la grande occasione di tornare a ricoprire un ruolo fondamentale nel mercato artistico internazionale. Riuscirà Art Basel a far brillare di nuovo la stella della Ville Lumière nel firmamento dell'arte mondiale?

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Parigi val bene una fiera d'arte... Questo devono aver pensato i vertici di Art Basel quando hanno deciso di organizzare la prima edizione di Paris+, dal 20 al 23 ottobre di quest'anno. La kermesse, che ha visto la presenza di 156 gallerie provenienti da 30 paesi, si è svolta nella sede temporanea del Grand Palais Éphémère ed è stata accolta con grande entusiasmo, attirando più di 40.000 visitatori. La fiera è stata divisa in quattro sezioni: Galeries, Galeries Émergentes, Sites e Conversations. Sites comprendeva opere e installazioni artistiche poste in luoghi emblematici come i Jardin des Tuileries, Place Vendôme, il Musée national Eugène-Delacroix e la Chapelle des Petits-Augustins des Beaux-Arts. Conversations, piattaforma di talk che ha visto coinvolte figure di spicco nel mondo dell'arte della cultura, è stata invece installata nella suggestiva Bal de la Marine, una barca ormeggiata di fronte alla torre Eiffel. I curatori, Pierre-Alexandre Matéos e Charles Teyssou, si sono occupati anche di Paris Orbital, una rassegna di spettacoli ed eventi che si è tenuta presso la nuova Bourse de Commerce della Collezione Pinault, altra importante realtà dell'arte contemporanea mondiale. Ma MCH Group, la società svizzera madre di Art Basel, non si è certo risparmiata, avviando anche un programma di collaborazioni con le più importanti istituzioni culturali di Parigi come il Louvre, il Musée nazionale Eugène Delacroix, il Centre Pompidou, la Fondation Louis Vuitton, il Musée de l’Orangerie, il Musée Picasso, il Musée d’Orsay, Palais de Tokyo e tante altre.

 

Courtesy of Paris+ par Art Basel
Paris+ e la concorrenza: cambiamenti in atto

Grazie a un concorso pubblico, avvenuto nel dicembre del 2021, MCH si è aggiudicata per sette anni il diritto di organizzare la fiera presso il Grand Palais, dove nello stesso periodo aveva abitualmente luogo la Fiac, Fiera Internazionale d'Arte Contemporanea. Dunque, appena conclusi i lavori di ristrutturazione dello storico padiglione espositivo, la kermesse gestita da Art Basel, si insedierà in quello spazio traslocando dall'attuale sede temporanea.  Conquistando Parigi, il colosso fieristico svizzero, che conta oltre alla natia Basilea avamposti anche a Miami e Hong Kong, pone le basi per un dominio incontrastato del polo fieristico mondiale, soppiantando di fatto la storica fiera d'arte francese di RX France.
Paris+ si è tenuta subito dopo Frieze London, con la quale per il momento non è riuscita a sostenere il confronto in termini di incassi, ma la presenza delle più potenti gallerie e di appassionati collezionisti con i loro capitali alimenta la speranza di competere a breve con la celebre fiera inglese, in un momento storico che vede una parte del mondo dell'arte nutrire sempre meno fiducia nel mercato londinese, a causa delle incertezze generate dalla Brexit.

 

Courtesy of Paris+ par Art Basel

Paris+: i nomi

Paris+ ha incluso 140 gallerie leader di settore nella sezione Galeries, fra le quali spiccavano i nomi influenti di Pace Gallery, Gagosian, Hauser & Wirth, David Zwirner, LGDR, Lisson, Thaddaeus Ropac, mentre altre 16 sono state inserite in quella denominata Émergentes. Nutrita anche la rappresentanza italiana, con importanti galleristi come Alfonso Artiaco, Galleria Continua, Tornabuoni, Raffaella Cortese, Massimo De Carlo, Francesca Minini, Massimo Minini, Franco Noero e di quella parigina con, fra gli altri, Kamel Mennour, Perrotin, Chantal Crousel, Nathalie Obadia.

 

Courtesy of Paris+ par Art Basel

 

Paris+: le vendite

Le gallerie hanno portato in fiera diverse tipologie di lavori, dai pezzi di giovani promesse a quelli di celebri maestri, alcuni dei quali sono stati venduti per milioni di dollari. David Zwirner ha presentato un dipinto di Joan Mitchell, Border (1989), opera tarda della grande artista statunitense. La Mitchell gode in questo momento di grande popolarità a Parigi grazie a una mostra che affianca il suo lavoro a quello di Claude Monet, presso la Fondation Louis Vuitton. Oltre a Border, venduto per $ 4,5 milioni a una collezione privata, Zwirner ha annunciato di aver piazzato altri pezzi per un valore totale di $ 11 milioni, grazie anche alla vendita di Untitled (1963) di Robert Ryman per $ 3 milioni e Bouhouche (2007) di Luc Tuymans per $ 1,35 milioni. “Questi numeri non erano raggiungibili a Parigi in passato”, ha affermato il commerciante tedesco, dichiarandosi entusiasta della nuova rassegna targata Art Basel. Un'altra protagonista di Paris+ è stata Hauser & Wirth. Marc Payot, presidente della famosa galleria d'arte contemporanea svizzera ha definito questa prima edizione della fiera, “di un livello certamente più alto in confronto alle precedenti, rappresentando un chiaro passo avanti rispetto a Fiac in termini di presenze”. Hauser & Wirth, che per il prossimo anno ha intenzione di aprire la sua sede parigina nell'ottavo arrondissement, ha venduto The Dream (2022) un'opera di George Condo per $ 2,65 milioni, Bruise Paintings Sanctuary di Rashid Johnson (2022) per $ 1 milione e Free Fall (2022) di Avery Singer per $ 800.000. Nel giorno dell'inaugurazione, la galleria parigina Kamel Mennour ha riferito di aver ceduto due sculture di Alberto Giacometti, Composizione (1927–28) per circa $ 2,7 milioni, e Figurine (1953–54) per una cifra che si attesta intorno ai $ 1,43 milioni. Pace Gallery ha venduto il dipinto di Robert Motherwell Je t'aime N.II (1955), stimato $ 6,5 milioni, mentre in dirittura d'arrivo il terzo giorno Thaddaeus Ropac ha piazzato il suo Georg Baselitz (1970) per $ 1,7 milioni.

 

Courtesy of Paris+ par Art Basel
Paris+: futuro prospero?

La kermesse parigina ha visto la presenza anche del Presidente francese e della First Lady Brigitte e la cronaca riporta di un Emmanuel Macron visibilmente soddisfatto. Certo la rassegna potrebbe significare un riscatto per Parigi, a lungo trascurata come centro di compravendita mondiale di arte contemporanea. Il direttore della fiera, Clément Delépine, ha descritto l'evento come un punto di svolta per capitale francese: "L'entusiasmo nelle sale e in tutta Parigi è una testimonianza del rinnovato slancio della città e dello spirito di collegialità che ha reso possibile lo straordinario successo di questa prima edizione".

Cover image: Courtesy of Paris+ par Art Basel

A cura della redazione di Kooness