Home Magazine Il favoloso mondo di Yayoi Kusama sbarca a Bergamo

Il prestigioso Palazzo della Ragione di Bergamo sarà teatro di uno degli appuntamenti più attesi nell’ambito delle celebrazioni di Bergamo Brescia Capitale Italiana della cultura 2023: la mostra Infinito presente di Yayoi Kusama. La novantaquattrenne performer giapponese sarà per la prima volta in Italia con Fireflies on the Water (2002), una delle sue Infinity Mirror Room più celebri, proveniente dalla collezione del Whitney Museum of American Art di New York.

Presentata da The Blank Contemporary Art e Comune di Bergamo, i promotori dell'iniziativa, come "una straordinaria operazione artistica e culturale”, Fireflies on the Water è parte del programma del Festival di Arte Contemporanea ARTDATE e sbarcherà nel capoluogo orobico a partire dal 17 novembre 2023 fino al 14 gennaio 2024. “È una mostra ambiziosa e speciale, resa possibile da un progetto articolato, che ha richiesto due anni di lavoro, e dai rapporti internazionali con il Whitney Museum of American Art, senza dubbio uno dei più importanti musei al mondo”. Così il curatore della mostra Stefano Raimondi, fondatore e direttore di The Blank Contemporary Art, che poi prosegue:

"Yayoi Kusama è un’artista amata in modo trasversale da più generazioni e pubblici, capace di meravigliare e stupire, e la stanza Fireflies on the Water è sicuramente la più adatta a sottolineare le tematiche che accompagnano Bergamo e Brescia nell’anno della Capitale Italiana della Cultura, che affrontano i temi della resilienza, della cura, per aprirsi infine a una nuova dimensione piena di luce, energia e sconfinate possibilità".

Yayoi Kusama, Fireflies on the Water, 2002. Mirrors, plexiglass, lights, and water, 111 × 144 1/2 × 144 1/2 in. (281.9 × 367 × 367 cm). Whitney Museum of American Art, New York; purchase with funds from the Postwar Committee and the Contemporary Painting and Sculpture Committee and partial gift of Betsy Wittenborn Miller 2003.322. © Yayoi Kusama. Photograph by Sheldan C. Collins

Yayoi Kusama. Fireflies on the Water - la mostra

Fireflies on the Water è un'istallazione dalle dimensioni di una stanza, studiata per essere fruita in silenzio e solitudine da uno spettatore alla volta. Nell'allestimento curato da Maria Marzia Minelli, un percorso introduttivo consentirà ai visitatori di entrare nell'universo poetico di Kusama attraverso video, poesie e documenti che illustrano l'opera dell'artista nel corso della sua carriera, per poi immergersi nel buio all'interno di un ambiente completamente rivestito di specchi. Al centro della camera è presente una pozza colma d'acqua su cui sporge una piattaforma panoramica simile a un molo, e 150 fireflies (lucciole) che, riflettendosi sulle superfici specchianti, creano un effetto abbagliante e alterano la percezione dello spazio con un senso di infinito. L'ambiente che accoglie lo spettatore, ovattato nelle luci e nei suoni, ha la capacità di far vivere un'esperienza contemplativa, come una sorta di atto iniziatico. In questa dimensione priva di confini, senza inizio né fine, Fireflies on the Water si manifesta infatti con un approccio quasi allucinato alla realtà. Legato alla mitologia personale di Kusama e al processo di lavoro terapeutico che ha caratterizzato la sua vita fin da quando era bambina, l'opera attinge anche ad altre fonti, sfiora il mito di Narciso e rimanda ai paesaggi in cui affondano le radici dell'artista giapponese.

Yayoi Kusama, Portrait; ©YAYOI KUSAMA

Yayoi Kusama. Fireflies on the Water - l'artista

L'artista nasce nel 1929 da una famiglia di proprietari terrieri. Fin da piccola manifesta allucinazioni uditive e visive. Anche con l'intento di affrontare i suoi fantasmi, prende la decisione di dedicarsi all'arte nonostante il parere contrario della famiglia. Decisiva la corrispondenza con Giorgia O’Keeffe, che fa da sprone alle sue ambizioni e la convince a trasferirsi negli Stati Uniti nel 1958. Sono anni duri per Yayoi Kusama, che si dedica anima e corpo alla creazione, ricevendo in cambio solo indifferenza e continui rifiuti da parte dei galleristi. Ma è la sua prima personale a New York nel 1959, intitolata Obsessional Monochrome, a segnare un cambio di passo e a inaugurare una serie di successi che la porteranno a partecipare alla mostra internazionale Monochrome Malerei al museo di Leverkusen in Germania, dove entrerà in contatto con gli altri partecipanti dell’esposizione: Lucio Fontana, Yves Klein, Piero Manzoni e Rotchko. Gli anni '60 la consacrano definitivamente come artista di punta dell'avanguardia newyorkese. Nel 1973 fa ritorno in Giappone dove, per scelta, decide di vivere all'interno dell’ospedale psichiatrico di Seiwa. Nel 1993 rappresenta il Giappone alla XLV Biennale di Venezia, dove aveva già partecipato nel 1966, presentando circa venti opere, tra cui Mirror room (Pumpkin), Shooting Stars e Infinity Flowers Petals. Nel 2010 collabora con Marc Jacobs, direttore di Louis Vuitton, che le commissiona una collezione speciale per l’inaugurazione della mostra al Whitney Museum of American Art di New York, nella quale i pezzi iconici della maison vengono reinterpretati con i motivi caratteristici della poliedrica artista giapponese. Incessante il suo impegno negli ultimi dieci anni, che hanno visto Kusama partecipare a mostre in

tutto il mondo: Giappone, Singapore, Cina, Australia, Russia, Brasile, Argentina, Messico, Spagna, Inghilterra, Francia, Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia. Nel 2016, oltre a essere selezionata fra le 100 persone più influenti al mondo dalla rivista Time, è stata la prima donna a ricevere l'Ordine della Cultura, un'importantissima onorificenza conferita dalla Famiglia Imperiale. Nell’ottobre del 2017 ha inaugurato il Yayoi Kusama Museum che raccoglie le opere create nell'arco di una vita. Ma i numeri da record non finiscono qui: 5 milioni di spettatori hanno visitato le mostre dell'artista negli ultimi cinque anni, mentre su Instagram l'hashtag #yayoikusama è stato utilizzato oltre un milione di volte. Stando a un sondaggio della rivista The Art Newspaper a seguito di un'indagine condotta tra le principali istituzioni museali internazionali, Yayoi Kusama risulta essere l'artista più popolare al mondo. Nel frattempo continua a lavorare nello studio di Shinjuku, un atelier nei pressi dell'istituto che la ospita, dove si reca ogni giorno per creare le sue opere, scrivere romanzi e poesie.

A cura della redazione di Kooness

Immagine di copertina: © Yayoi Kusama, Fireflies on the Water, 2002. Mirrors, plexiglass, lights, and water, 111 × 144 1/2 × 144 1/2 in. (281.9 × 367 × 367 cm). Whitney Museum of American Art, New York; purchase with funds from the Postwar Committee and the Contemporary Painting and Sculpture Committee and partial gift of Betsy Wittenborn Miller 2003.322. © Yayoi Kusama. Photograph by Jason Schmidt.