Firmato Titolo
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Anno
1975
Medium
Fotografie
Riferimento
c3051277
Stampa vintage in gelatina argentata. Fotografia parte della serie " Presa di coscienza sulla natura 1976/’80 ". Timbro d'autore del fotografo e timbro degli eredi di Mario Giacomelli firmato da Simone Giacomelli sul retro. passepartout. Queste sono le fotografie aeree di paesaggio scattate da un Piper. Nell'alto contrasto delle foto di questo periodo, e nell'importanza focale dei segni, dell'astrazione e dell'essenzialità delle forme, è sempre importante per l'artista (come sottolinea nelle sue note per la stampa sui campioni di prova) mantenerlo brulicante di materia. “Il paesaggio come atto di totale espressione dove sento lievitare la natura, il traumatico scorrere del tempo. È la dimensione dello spazio ridotta ad una singola emozione. Un'estensione della mia esistenza dove il quotidiano, il ripetitivo, è come filtrato dal fluire dell'immaginario. Non ritraggo il paesaggio ma i segni, i ricordi dell'esistenza del 'mio' paesaggio. Non voglio che sia immediatamente identificato, preferisco che sia pensato come certi segni, le pieghe-rughe che l'uomo ha nelle sue mani. Un tempo questo pensiero del contadino mi affascinava, perché sentivo il paesaggio come un grande reportage, puro, forte, tutto ancora da scoprire, da vivere. Poi mi sono reso conto che stavo invece fotografando la mia interiorità, attraverso il paesaggio stavo trovando la mia anima. […] La terra ha segni, pieghe, che chiedevano di essere fotografate, mi è sembrato. I segni erano disposti in modo che l'anima potesse godere, segni interiori riflessi come azione creativa, stordimento e allo stesso tempo conoscenza, distruzione che costruisce. Terra come percorso di voglie, di sensibilità, di penetrazioni, di orgasmi, affinché le cose visibili non si ripetano. Forse non ho mai fotografato il paesaggio: l'ho solo amato ”. (Mario Giacomelli, note manoscritte anni '90, Courtesy Archivi Mario Giacomelli)
1925 Senigallia, Italy
Mario Giacomelli (1 agosto 1925 – 25 novembre 2000) è stato un fotografo e fotoreporter italiano nel genere dell'umanesimo.
Giacomelli nacque nella città portuale di Senigallia, nelle Marche, in una famiglia di modesti mezzi. Solo nove anni dopo la morte del padre, a 13 anni, il ragazzo lasciò la scuola superiore per lavorare come tipografo e trascorse i suoi fine settimana a dipingere e scrivere poesie. Dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, dal 1953 si rivolse al mezzo più immediato della fotografia e si unì al Gruppo Misa, formato quell' anno. Dopo anni prebellici dominati da un'estetica pittorialista promossa dal governo fascista, questi artisti si divertivano a sperimentare la forma.
Vagò per le strade e i campi dell'Italia del dopoguerra, ispirato ai grintosi film neorealisti di Vittorio De Sica e Roberto Rossellini, e influenzato dal celebre fotografo italiano Giuseppe Cavalli, fondatore del Misa, e sviluppando uno stile caratterizzato da composizioni radicali, ritagli audaci e contrasti netti. Nel 1955 fu scoperto in Italia da Paolo Monti e, a partire dal 1963, divenne noto all'estero attraverso John Szarkowski del Museum of Modern Art di New York.
La tecnica di Giacomelli è distintiva. Dopo aver iniziato con la popolare e robusta fotocamera a mirino Comet 127, realizzata in Italia da CMF Bencini dal 1948 agli anni '50, nel 1954 acquistò una Kobell di seconda mano, una fotocamera a telemetro accoppiato più grande per lastre e film 6x9, uno dei soli circa 400 realizzati da Boniforti e Ballerio a Milano dal 1952 circa, e lo modificò lui stesso. Non aveva paura di sfruttare la capacità di doppia esposizione del suo otturatore Compur, così come la messa a fuoco morbida, il movimento della fotocamera e le lente velocità dell'otturatore.
Le sue immagini sono ad alto contrasto, molto diverse dalla gamma tonale completa modulata del suo mentore Cavalli, e sono il risultato dell'uso del flash elettronico, dal sovrasviluppo della sua pellicola e dalla stampa pesante compensativa in modo che le forme quasi nere "fluttuino" contro un fondo bianco. Nel rendere conto di queste scelte ha fatto riferimento alla sua formazione nell'industria della stampa e delle arti grafiche; "Per me la pellicola fotografica è come una lastra di stampa, una litografia, dove le immagini e le emozioni si stratificano.Dopo il 1986, specialmente nella sua serie Il pittore Bastari del 1992-3, ha incluso artificialmente maschere di cartone consapevolmente simboliche e cani giocattolo.
Indirizzo
Rimini, -
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