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Fotografie
Riferimento
62abbd88
Stampa vintage in gelatina argentata.
mm 300×400
Fotografia parte della serie " Presa di coscienza sulla natura 1976/’80 "
Timbro di copyright del fotografo e timbro degli Eredi Mario Giacomelli firmato da Simone Giacomelli sul retro
passepartout
These are the aerial landscape photographs taken from a Piper.
In the high contrast of the photos of this period, and in the focal importance of signs, abstraction and essentialisation of forms, it is always important for the artist (as he points out in his notes for the print on the test specimens) to keep it teeming with matter.
"Landscape as an act of total expression where I feel nature leavening, the traumatic flow of time. It is the dimension of space reduced to a single emotion. An extension of my existence where the everyday, the repetitive, is as if filtered by the flowing of the imaginary. I do not portray the landscape but the signs, the memories of the existence of 'my' landscape. I do not want it to be immediately identified, I prefer it to be thought of as certain signs, the folds-wrinkles that man has in his hands. At one time, this thinking of the peasant fascinated me, because I felt the landscape as a great reportage, pure, strong, all yet to be discovered, to be experienced. I then realised that I was instead photographing my interiority, through the landscape I was finding my soul. [...] The earth has signs, folds, that were asking to be photographed, it seemed to me. The signs were arranged in a way that the soul could enjoy, interior signs reflected as creative action, stun and at the same time knowledge, destruction that builds. Earth as a path of cravings, of sensitivity, of penetrations, of orgasms, so that visible things are not repeated. Perhaps I have never photographed the landscape: I have only loved it.".
(Mario Giacomelli, handwritten notes 1990s, Courtesy Archivi Mario Giacomelli)
1925 Senigallia, Italy
Mario Giacomelli (1 agosto 1925 – 25 novembre 2000) è stato un fotografo e fotoreporter italiano nel genere dell'umanesimo.
Giacomelli nacque nella città portuale di Senigallia, nelle Marche, in una famiglia di modesti mezzi. Solo nove anni dopo la morte del padre, a 13 anni, il ragazzo lasciò la scuola superiore per lavorare come tipografo e trascorse i suoi fine settimana a dipingere e scrivere poesie. Dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, dal 1953 si rivolse al mezzo più immediato della fotografia e si unì al Gruppo Misa, formato quell' anno. Dopo anni prebellici dominati da un'estetica pittorialista promossa dal governo fascista, questi artisti si divertivano a sperimentare la forma.
Vagò per le strade e i campi dell'Italia del dopoguerra, ispirato ai grintosi film neorealisti di Vittorio De Sica e Roberto Rossellini, e influenzato dal celebre fotografo italiano Giuseppe Cavalli, fondatore del Misa, e sviluppando uno stile caratterizzato da composizioni radicali, ritagli audaci e contrasti netti. Nel 1955 fu scoperto in Italia da Paolo Monti e, a partire dal 1963, divenne noto all'estero attraverso John Szarkowski del Museum of Modern Art di New York.
La tecnica di Giacomelli è distintiva. Dopo aver iniziato con la popolare e robusta fotocamera a mirino Comet 127, realizzata in Italia da CMF Bencini dal 1948 agli anni '50, nel 1954 acquistò una Kobell di seconda mano, una fotocamera a telemetro accoppiato più grande per lastre e film 6x9, uno dei soli circa 400 realizzati da Boniforti e Ballerio a Milano dal 1952 circa, e lo modificò lui stesso. Non aveva paura di sfruttare la capacità di doppia esposizione del suo otturatore Compur, così come la messa a fuoco morbida, il movimento della fotocamera e le lente velocità dell'otturatore.
Le sue immagini sono ad alto contrasto, molto diverse dalla gamma tonale completa modulata del suo mentore Cavalli, e sono il risultato dell'uso del flash elettronico, dal sovrasviluppo della sua pellicola e dalla stampa pesante compensativa in modo che le forme quasi nere "fluttuino" contro un fondo bianco. Nel rendere conto di queste scelte ha fatto riferimento alla sua formazione nell'industria della stampa e delle arti grafiche; "Per me la pellicola fotografica è come una lastra di stampa, una litografia, dove le immagini e le emozioni si stratificano.Dopo il 1986, specialmente nella sua serie Il pittore Bastari del 1992-3, ha incluso artificialmente maschere di cartone consapevolmente simboliche e cani giocattolo.
Indirizzo
Rimini, -
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