Bruno Di Bello

BRUNO DI BELLO nasce a Torre del Greco, Napoli, nel 1938. Dopo gli studi all'Accademia di Belle Arti di Napoli inizia ad esporre. Tra i meriti di questa giovane formazione c'è quello di aver stabilito un contatto diretto con le coeve vicende milanesi, grazie soprattutto al periodico "Documento Sud", ideale corrispettivo di "Azimuth".

Dopo le prime collettive, nel 1960 Di Bello ottiene una prima personale alla Galleria 2000 di Bologna. Nel '65 inizia a includere la fotografia nel suo lavoro; nel '66 tiene la sua prima personale alla Modern Art Agency di Lucio Amelio; nel 1967 inizia ad utilizzare direttamente tele fotosensibili e si trasferisce a Milano.

L'anno successivo espone con il gruppo Mec-Art, teorizzato da Pierre Restany.

Di Bello indaga le possibilità di scomposizione dell'immagine, le icone dei protagonisti delle avanguardie storiche e i propri miti artistici (Klee, Duchamp, Man Ray, Mondrian e i costruttivisti russi) sviluppando così un'idea di arte come riflessione sulla storia dell'arte moderna.

Dai primi anni '70 sulle sue tele fotografiche compaiono parole e concetti che, scomponendosi e ricomponendosi, animano un gioco di smarrimento e ritrovamento di senso.

Altri lavori degli anni '70/'80 sono eseguiti disegnando sulla tela sensibile direttamente con il raggio luminoso di una torcia, e negli anni '80 Di Bello sperimenta un nuovo modo di usare la tecnica fotografica, giustapponendo tra la fonte luminosa e la tela umana figure e oggetti che proiettano le loro ombre su quest'ultimo, sviluppando poi la tela fotosensibile con ampi tratti di rivelatore come in "Apollo e Dafne nel terremoto", eseguito per la collezione Terrae Motus allestita da Lucio Amelio nel 1987 ed esposta a Parigi - Grand Palais, ora in mostra permanente alla Reggia di Caserta.

A partire dagli anni '90 Di Bello si dedica allo studio delle nuove tecnologie conducendo ricerche su immagini sintetiche, fotografia digitale e nuove geometrie visualizzabili al computer.